Yasmine Hugonnet

1979, Montreux - Svizzera

Coreografa e danzatrice. Coreografa di Arts Mouvements, compagnia da lei fondata a Losanna nel 2010. Deriva la sua pratica dallo studio della danza classica, del butoh e della danza contemporanea presso la scuola di Trisha Brown. L’acquisizione della tecnica della ventriloquia giunge più tardi, a completamento del percorso di ricerca coreografica che porterà alla creazione di Le Récital des Postures. La sua danza è in grado di condurci nelle pieghe più intime e nei più nascosti recessi del corpo, attraverso originalità, liricità e semplicità.

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corpo, ventriloquia

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Le Récital des Postures

L’intervista è stata commissionata dalla Fondazione Romaeuropa per i programmi di sala del festival.

Le Récital des Postures : come nasce questo spettacolo?

Le Récital des Postures è un progetto che nasce dopo tre anni di ricerche intorno alla pratica coreografica. Ho indagato le basi del movimento e in particolare cosa questo attiva nel corpo e nello sguardo. Ho progressivamente sviluppato una modalità coreografica che grazie ad un’attenzione minuziosa al corpo, permette di spostare i suoi punti di ancoraggio e di equilibrio.

Quali significati assume nel tuo lavoro il termine “Postures” (posture)?

Con questo termine mi riferisco alla forma di un corpo, al suo rapporto con l’ambiente che lo circonda, alla rete d’intenti che esso sottende e alle sue potenzialità. Mi piace il termine “posture” perché può essere interpretato sia in riferimento al corpo (la postura di un corpo) sia in riferimento all’attività mentale (una postura mentale).

textfoto Anne Laure Lechat

Il mio approccio alla danza coinvolge contemporaneamente queste due dimensioni. Questa parola ha, poi, un riverbero poetico nel titolo: ogni postura possiede un proprio canto; una storia da raccontare. L’interprete, in questo caso io, si lascia attraversare dalle postura in questione, “leggendone” i contenuti per mostrarli allo spettatore. Perché come le sculture, anche le posture sono portatrici di una storia che ha attraversato il corpo degli uomini e le sue rappresentazioni.

Nello spettacolo pratichi la ventriloquia. Che rapporto ha questa pratica con il corpo?

La ventriloquia è entrata a far parte dello spettacolo per una affinità con i temi trattati. In quanto “immobilità apparente” essa trova il suo posto in uno spettacolo che mi vede oscillare tra coscienza e abbandono, immobilità e movimento. Le corde vocali, come tutti gli organi che fanno vibrare l’aria, hanno movimenti spesso molto rapidi. La ventriloquia nasconde le tracce di questo movimento del corpo.

In che modo Aerowaves ha supportato il progetto?

Lo spettacolo è stato selezionato da Aerowaves nel 2016 e questa è stata un’occasione che ha determinato incontri molto importanti che mi hanno permesso di creare nuove relazioni professionali. Abbiamo presentato lo spettacolo allo Spring Forward nell’Aprile del 2016 e ora siamo qui a Romaeuropa!