Dewey Dell

2007, Cesena -Italia

Compagnia di danza formata da Agata, Demetrio, Teodora Castellucci ed Eugenio Resta. Oltre al corpo e al sound-design, la compagnia sperimenta nuove forme d'arte che possano trovare un legame proficuo con la danza.

www.deweydell.com

art field

danza

keywords

corpo, caduta

context

Istantanee festival

date

Grave

Grave, è il primo studio per il vostro prossimo spettacolo. Come avete iniziato a dare materialità al tema della caduta.

Teodora: Abbiamo scelto di affrontare il tema della caduta focalizzando l’attenzione sul momento in cui avviene il distacco dal suolo e il corpo inizia a precipitare. Questa condizione, per la quale la conclusione è scontata, per noi nasconde qualcosa di tragico, perchè Il corpo che cade sa già quale sarà la sua fine. Rispetto al nostro abituale percorso di costruzione degli spettacoli questa volta ci siamo trovati dinanzi alla necessità di lavorare prima sul movimento e solo in un momento successivo sul suono (elemento molto importante nel nostro lavoro). Abbiamo lavorato iniziato a costruire lo spettacolo nel silenzio più totale per immergere in corpo in una sorta di sospensione, ovvero chiudersi su se stessi, sul proprio movimento. Anche la coreografia è diversa rispetto ai nostri precedenti lavori. Stiamo cercando di abbandonare la gestualità per avvicinarci ad una vera e propria situazione corporea: come ci si comporta nel momento in cui si è sospesi? In che modo reagisce un corpo in caduta? Questa idea, in larga parte, è nata da un particolarissimo utilizzo dei capelli, che in Grave assumono un ruolo molto particolare

textfoto B-Fies

E come si è sviluppato, successivamente il lavoro sul suono?

Demetrio: Ho cercato di sviluppare un’attenzione ai volumi molto bassi della musica perché volevo costruire un particolare tipo di immagine. Volevo che il suono risultasse molto lontano piuttosto che basso, in modo tale da creare una sorta di distacco, una sospensione simile a quella su cui è stato costruito il movimento. Creare una condizione atmosferica di distanza, insomma, di isolamento, qualcosa che è molto attinente al tema della caduta. Credo che in quel movimento ci si senta isolati e la velocità che il corpo assume dinanzi all’occhio esterno venga vissuta, dallo stesso corpo, come una strana lentezza.

Come avete pensato lo spazio per questa caduta, in che modo i corpi si relaziono alla scena?

Teodora: Abbiamo fatto una scelta radicale. La scena è totalmente libera. Questo, in relazione ai nostri precedenti lavori può essere spiazzante.

textfoto B-Fies

Eugenio: Anche se, un ruolo fondamentale, lo svolge la luce. Ho cercato di studiare e lavorare questo elemento come se avesse un reale peso fisico, una materialità percepibile dallo spettatore. Ho iniziato a lavorare con colori molto forti e accesi analizzando il passaggio tra un colore a un altro ma in modo tale che, questo stesso passaggio fosse in grado di costruire uno spazio fisico, ma anonimo, che non avesse nessuna caratteristica particolare. Volevo creare una luce capace di comunicar questo senso di pesantezza, di gravità, in qualunque situazione.

Cosa vi suggerisce il termine istantanee e come si relaziona al vostro lavoro?

In questo primo studio cerchiamo di analizzare proprio un istante. Di scattare un’istantanea ad un corpo che cade. Questa istantanea rappresenta anche la relatività con cui si può osservare un corpo spostarsi. Il corpo che cade è velocissimo ma allo stesso tempo vive un tempo dilatato, essendo, il tempo della caduta, l’ultimo momento della sua vita.